In questo spazio intimo ti racconterò della mia vita, della mia infanzia e dei tanti ricordi personali che si intrecciano con la storia e la tradizione del mio paese e della Costa d’Amalfi, versante sud della penisola sorrentina costituita dalla parte finale della dorsale dei Monti Lattari, che si staglia sul mar Tirreno a separare il golfo di Salerno da quello di Napoli.
Ricordi legati a fatti e persone che hanno vissuto questo magico territorio di “mare e monti”, caratterizzato da formazioni calcaree-dolomitiche che in alcuni punti degradano dolcemente verso il mare, mentre in altri ci si tuffano letteralmente dentro!
La Costiera, probabilmente già abitata nella preistoria e sicuramente già conosciuta ai tempi dei Fenici e dei Greci, si pensa abbia avuto i suoi primi nuclei abitativi con i Romani, e poi, via via, con lo sviluppo dei villaggi rurali.
Oggi i Comuni della Costiera amalfitana sono ben tredici! Sicuramente tanti, considerando che l’intero territorio non è particolarmente esteso e la densità abitativa è piuttosto bassa.
Ma perché ti parlo della Costa d’Amalfi nella sezione “Ricordi”?
Presto detto: già dalla morfologia del territorio, si può capire che c’è molta differenza tra nascere e vivere in un determinato paese della Costiera piuttosto che in un altro, specialmente in passato, quando le vie di comunicazione erano scarse e lentamente percorribili.
Se non era per via mare, gli spostamenti di uomini e merci avvenivano solo attraverso delle mulattiere montane e, per secoli, l’unico mezzo di trasporto è stato il mulo o l’asino. E proprio il “ciuccio“, come viene chiamato da queste parti, è divenuto, attraverso la raffigurazione nelle ceramiche vietresi, uno dei simboli di questo territorio, perché per secoli ha avuto un ruolo fondamentale per la sopravvivenza degli abitanti del luogo. Le strade attuali, infatti, non esistevano, ma erano presenti solo impervie mulattiere ed un saliscendi di lunghe o lunghissime scalinate.
Ne è un esempio il famoso Sentiero degli Dei, oggi percorso da migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo per la sua strabiliante bellezza paesaggistica e le vedute mozzafiato, ma che in passato costituiva un’importante arteria di collegamento.
C’è inoltre da dire che la costruzione della SS163 (oggi, considerata una delle strade più belle e famose al mondo, nominata “Il Nastro Azzurro“) che collega la parte costiera del territorio, da Vietri sul Mare fino a Meta di Sorrento (50 km), è avvenuta solo in epoca borbonica, tra il 1832 e il 1850.
Mentre la SP366 Amalfi-Agerola (Agerolina) è stata inaugurata addirittura nel 1935!
Per questa ragione, tra gli abitanti dei vari Comuni si è spesso vissuta una sorta di “isolamento tra dirimpettai”, che in qualche caso ha inasprito già delle ataviche rivalità, in altre invece ha aiutato a sviluppare delle specifiche attitudini, grazie anche a quello che il proprio territorio riusciva ad offrire.
Un antico ritornello recita, infatti:
“Sò pastare ‘e Minurise,
jettacantare Atranise;
sportellare ‘e Tramuntane,
attizzalite Amalfitane;
piscature so’ ‘e Conchise,
secacorne ‘e Furorise,
bellu llino fa Praiano,
cannavacci Pusitano”
Questo piccolo ritornello elenca proprio delle importanti attività artigianali che per secoli hanno sostenuto l’economia locale di alcuni paesi della Costiera come: fare la pasta a Minori; costruire le ceste (‘e sporte per i limoni) con il legno di castagno a Tramonti; pescare a Conca, dove per secoli c’è stata una tonnara; intagliare l’osso ricavato dai corni degli animali a Furore; ricamare il lino a Praiano; fare canovacci, antesignani alle famose “pezze”, a Positano. Gli amalfitani sono invece apostrofati come degli “attaccabrighe”, forse per “vendicarsi” del loro sentirsi superiori come abitanti della “capitale” costiera, rispetto a coloro che loro stessi consideravano quelli “‘e fora Amalfi” (lontani dal centro della città)!
I miei ricordi d’infanzia sono ambientati proprio in uno di questi paesi “‘e fora Amalfi”, Conca dei Marini, che, come recitava il ritornello e come si può intuire dal nome, ha una forte tradizione marinara.
Non mi resta che lasciarti ai ricordi di una bambina degli anni ’80 trovatasi nel bel mezzo di una società proiettata verso un futuro di modernità, che lasciava irrimediabilmente indietro una costiera che pian piano stava scomparendo.
Possa la mia testimonianza farti assaporare la mia dolce costiera…!